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Da A Silvia al Sabato del villaggio, dal Pensiero dominante a La ginestra, questo secondo volume leopardiano rinnova, entro un contesto storico-culturale segnato dal felice riconoscimento di un Leopardi pensatore, la mai sopita vitalità poetica dei Canti. Uno dei dati caratterizzanti dell'annesso commento è la valorizzazione dell'intera tradizione esegetica, a cominciare dai suoi "padri fondatori" (tra i quali primeggia l'ancora imprescindibile Straccali) sino agli ultimi notabili interpreti. Alcune loro soluzioni, via via richiamate nel corso dell'annotazione, convivono vitalmente e si fondono con le nuove acquisizioni. Tra le quali si segnalano, in particolare, le note concernenti il settore delle correzioni e delle varianti, sistematicamente perlustrato; nonché le indicazioni riconducibili al capitolo dell'intertestualità, già folto di per sé, ma arricchito da altri richiami (ivi incluse le numerose auto-riprese dai pueriliae dalle traduzioni giovanili): il tutto, comunque, passato al vaglio di un'"attendibilità leopardiana", contro l'uso indiscriminato e recente delle concordanze elettroniche. Il duplice carattere, rivalutativo e innovativo, sottolineato per la parte annotatoria, si riflette negli stessi "cappelli" introduttivi, vere e proprie reinterpretazioni dei vari testi poetici, in consonanza con le importanti risultanze della recente letteratura leopardiana; ma non ignare, a loro volta, degli apporti di un'imponente trafila critica, a partire dal grande De Sanctis.